Birdland’s Tales (lo spettacolo della narrazione)

Torna a teatro, con un nuovo capitolo inedito con la parte musicale affidata questa volta ai talentuosi Giovanni Masi (chitarra) e Simone Giliberti (violino), lo spettacolo di narrazione Birdland’s Tales di Massimo Piccolo,  che questa volta prende il titolo da un racconto dello stesso autore e regista, Lascia stare Parigi!, mentre il sottotitolo Di tango e altri demoni lascia qualche indizio su quali potranno essere i temi trattati.

Con Piccolo, Masi e Giliberti ci saranno Claudia Di Rienzo (altra voce narrante) e Adriana Cardinale (voce cantante) e, così come è stato per “La notte che imparammo a sognare”, tornerà Roberta D’Ovidio (altra voce narrante) .

Tra gli autori protagonisti di questo capitolo troviamo, Pessoa, Fitzgerald, McBride, Richard Ford e Baricco, sempre “indissolubilmente intrecciati” alle musiche, questa volta, di Astor Piazzola, Ennio Morricone e Ryūichi Sakamoto.

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Mi chiamo N.

Non l’ho costruito io questo mondo, ma non per questo voglio rinunciare a viverci.

“…e così mi accusate dicendo che a già a quella recita gli occhi e gli applausi non fossero per me ma per la mia veste troppo corta e il seno che si faceva notare lì sotto?
Ma io sono ANCHE quelle gambe e quel seno.
Perché per noi donne ANCHE deve diventare sempre SOLO?
Dite che è la “società” a essere così?
Ma cosa vuol dire “società” se non un’astrazione per prendere le distanze dalle proprie scelte?
La “società” sono anche io, e se io non la penso in questo modo allora a pensarla così non è la “società” ma siete solo voi a pensarla così.
SOLO.
Anche se siete in maggioranza.”

Questo è uno dei momenti più forti di “Mi chiamo N.” monologo scritto e diretto da Massimo Piccolo per Noemi Gherrero (anche presentatrice, in Rai fino allo scorso anno con Le parole per dirlo la domenica mattina su Rai3) con musiche originali di Eunice Petito.

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SNAP! – THE WATCHER

Quando la tecnica narrativa supera (di gran lunga) il contenuto.

Immaginate di essere il fortunato (o la fortunata) invitato (o invitata) allo strip-tease di una persona che, a prima acchito, potrebbe essere in grado di farvi girare sul serio la testa.

Bene. Immaginate poi che questa riesca, con una perfetta sapienza di moine e movimenti a tenervi incollati per tantissimo tempo a guardare l’esibizione.

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SNAP – INVENTING ANNA

 Tra le tantissime dissertazioni che hanno accompagnato l’uscita e il successo di questa bella serie Netflix mi sembra – ma non vorrei sbagliare – che nessuno abbia citato l’antenato letterario più illustre che sottende a tutta la vicenda di Anna Delvey, il racconto di Mark Twain intitolato “La banconota da un milione di sterline”.

E il fatto che la storia di Anna Delvey sia vera, rende il racconto di Twain (di come l’allure della ricchezza fosse essa stessa già ricchezza e di come la furbizia contasse più dei soldi), scritto quasi centotrenta anni fa, ancora più incredibilmente attuale.

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