90passi – Da “mangia foglia” a “mangia maccheroni” (e le polpette fritte che si mangiano “rubate”)…

Punto 1 “Questa è un’osteria tipica e non un ristorante, a Napoli ne esistono almeno 8375, per cui qui niente spaghetti alle vongole, frittura di gamberi e calamari, e pesce alla brace”.

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Il “mangimaccheroni” del dipinto è realizzato da Matthias Stomer che è stato a Napoli dal 1633 al 1637

Niente mi sembrava meglio del “punto 1”, ricopiato qui integralmente dalla pergamena affissa all’interno del locale, per chiarire subito la filosofia che sottende allo splendido lavoro che Luigi e Peppe Maiorano stanno portando avanti nella loro osteria. “Talebano” della cucina tradizionale, come qualche affezionato cliente l’ha soprannominato, Luigi (lo chef) è in realtà un omone dall’aspetto deciso ma bonario, perfetta icona della nobile arte della vera cucina napoletana, dove lo studio e la conservazione della tradizione diventano gli ultimi baluardi della difesa di un’identità appannata dai libri di scuola votati alla necessaria causa della creazione dell’Unità risorgimentale. Continua a leggere

Curiosità gastronomiche napoletane: la marinara (che non prevede alici!).

Quando a Napoli esplose la passione per la pizza, e molte botteghe cominciarono a dotarsi di forni a legna, i pizzaioli adottarono un sugo veloce, economico e saporitissimo fatto semplicemente con pomodoro, olio, aglio e origano, per condire le pizze che i marinai erano soliti consumare al rientro dalla battuta di pesca.

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Giovanni Panza, Napoli pescatori a Mergellina

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90passi – Kate Perry e gli abusi della Storia

Il fascino emanato da Timpani e Tempura è di quelli capaci di farti voltare la testa. È come passeggiare per strada e incontrare all’improvviso Kate Perry vestita come nel video California girls che ti sorride, non c’è alternativa.

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Anche se hai accanto la persona che ami, e proprio in quel momento le stavi giurando (credendoci) amore eterno, volti la testa indietro per guardarla ancora. Continua a leggere

90passi – Voglia d’Inverno

Ecco. Questo è proprio uno di quei posti che mi piacciono sul serio. Basta scambiare due parole con il proprietario, Pino Artigiano, per capire lo spirito e la filosofia del suo locale (Locanda ‘Ntrettella). Parlando dei lussuosi e affollatissimi ristoranti (siamo in estate) del lungomare, Pino liquida la faccenda con una sola frase: «Non mi piacerebbe averlo neanche se me lo regalassero, io voglio fare il ristoratore, mica il porta-gente».

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Basta. Finito.

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90passi – Una serata blue…

Non c’è nulla da fare. Solo alcune zone di Parigi sono belle come la zona di Via Luca Giordano in autunno. Forse lo è anche New York, ma non ci sono mai stato. È già sera, e camminando lungo il grosso marciapiede, con i rami quasi del tutto svestiti sopra la testa e le foglie sotto gli stivali, mentre panchine ascoltano innocenti promesse dalle coppiette strette dal vento, attacca il sax blue elettrico di Sergio Caputo. Ragazze sfilano veloci, borse della palestra. Un papà ancora incredulo spinge il passeggino, la moglie al braccio.

 È proprio una di quelle serate blue, se riuscite a capirmi.

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A questa bella malinconia ognuno ama reagire in modo diverso, c’è chi ne ha paura e sceglie il caos, la movida, c’è chi l’asseconda Continua a leggere

90passi – L’arte di trasformare gli scarti in cibo per “signori”

E qui c’è tutta l’arte, l’antica lotta alla fame e il senso autentico, che forse andrebbero attribuiti al mestiere dello chef. Provo sempre un profondo rispetto verso le massaie, i cuochi, i monzù, che hanno saputo trasformare “gli scarti” della cucina nobile (o meglio sarebbe dire “dei nobili”) in cibo e pietanze deliziose.

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E qui parliamo realmente di scarti, di quelle parti degli animali che generalmente vengono gettate via e spesso provocano anche un certo disgusto, Continua a leggere

90passi – La fine dei Mondiali (e la pasta al forno).

Ci sono delle preparazioni che fanno subito “casa”. Hai voglia a mascherare il tuo locale da focolare domestico, hai voglia a creare un rapporto di confidenza con i clienti e mettere le parole più evocative che si possano immaginare nell’insegna, alla fine, se il tassello fondamentale della preparazione non custodisce la necessaria maestria, è tutto inutile.

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Per non parlare delle tante scorciatoie che l’industria alimentare offre alla ristorazione (addensanti e glutammato su tutto). Continua a leggere

90passiOnLine 3.L’IRRESISTIBILE RICHIAMO DI UN (PICCOLO) BACIO

Riuscire ad attirare l’attenzione dei passanti, in questo pezzo di strada della Pignasecca, antico mercato napoletano e margine estremo dei Quartieri Spagnoli, è un’impresa che a confronto Ercole avrebbe ricominciato le sue dodici dall’inizio altre tre volte. Immaginate una strada stretta, fiumane di persone a formare due opposte correnti e ripetute bancarelle (pesce, frutta, verdura e ogni altro ben di Dio) piazzate come scogli tra il marciapiede e la strada.

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Radio, iPod, chiacchiere ad alta voce (e in almeno cinque lingue più una dozzina di dialetti diversi), sirene e clacson. Provate ora a pensare al modo di far sapere al mondo di potenziali clienti, che distratto e disinteressato sta passando accanto all’entrata, dell’esistenza del vostro locale. Continua a leggere