




Perché il primo ebreo-americano a sdraiarsi sul lettino dello psicanalista col risultato di una brillante, profonda e geniale comicità è stato Alexander Portnoy, che nella confessione liquida il sistema americano (e quindi occidentale), quello religioso (ebraico, cristiano, eccetera), familiare (madre, padre, sorella, zii e parenti tutti) e sociale (matrimonio, genitorialità, eccetera) come principale ostacolo alla possibilità di una vita, non necessariamente felice, ma realmente vissuta.
Terzo romanzo Continua a leggere
Classico bestseller contemporaneo, scritto secondo tutte le regole del caso. Vincente l’idea della protagonista, una Sheldon Cooper senza il suo quoziente intellettivo ma che, pure avendo 30anni, vive ogni esperienza (dal taglio di capelli alla ceretta, da un funerale a una serata in un pub), come fosse la prima volta nella vita, completamente a digiuno delle convenzioni sociali.
Dove invece il romanzo sembra funzionare molto meno è sul versante “psicologico” non solo per le troppe incongruenze mediche, ma anche perché il lettore dopo pochi capitoli capisce quello che dovrebbe essere il “colpo di scena”. “Colpo di scena” che la stessa autrice a un certo punto, nella spiegazione finale quasi dimentica e fa passare come una qualsiasi stravaganza della protagonista. Continua a leggere
La vera magia di J. E. Williams non è tanto l’aver saputo rendere avvincente, drammatica e devastante, una disputa tra due insegnanti.
Il genio di Williams è stato quello di creare un personaggio che, senza particolare enfasi, lo vediamo venire davvero al mondo Continua a leggere
Non è facile provare a spiegare la grandezza di Haruf, il perché riesca a far vibrare, in maniera così personale, le stesse corde emotive in qualsiasi parte del pianeta venga tradotto e letto.
Me lo sono chiesto a lungo, Continua a leggere
Grazie moltissime per la lettura. Restiamo in “contatto” con un semplice click qui sotto. https://www.facebook.com/massimopiccoloofficial
Perché il primo ebreo-americano a sdraiarsi sul lettino dello psicanalista col risultato di una brillante, profonda e geniale comicità è stato Alexander Portnoy, che nella confessione liquida il sistema americano (e quindi occidentale), quello religioso (ebraico, cristiano, eccetera), e familiare (madre, padre, sorella, zii e parenti tutti) e sociale (matrimonio, genitorialità, eccetera), come principale ostacolo alla possibilità di una vita, non necessariamente felice, ma realmente vissuta.
Philip Roth / Il lamento di Portnoy
Consigliatissimo (ma solo ai maggiorenni 😊)
Non è tanto (per noi ormai intrisi di cultura freudiana fin dalle prime poppate), la discesa tra i demoni della paranoia, ma per il racconto della normalità dell’inferno quotidiano; come l’ essere costretto a sorbirsi, ogni giorno finché “morte non vi separi”, le storpiature di Mozart della moglie al pianoforte.
Arthur Schnitzler – Fuga nelle tenebre. Consigliato.
“Un tavolo da pranzo che unisce il trentennio che va dagli anni ’60 alla fine degli ’80, la Germania nazista all’Africa post coloniale dei dittatori e della miseria passando per la Swinging London degli anni ‘60.”
Ci sono tre donne (più una) intorno alle quali girano le Continua a leggere
Hai voglia a girarci intorno, e a chiedersi il perché c’è solo da rompersi la testa.
Gli americani (nel senso più lato possibile del termine, indicando così tutti quelli che hanno la possibilità di entrare in quel modo di fare cinema) hanno una estetica e una poetica quando si tratta di noir e thriller che noi italiani ce la sogniamo. Continua a leggere