Per il panorama italiano la musica non è mai stata tanto “commerciale” (senza voler dare alcuna accezione negativa al termine), come in questa ultima stagione che, grazie soprattutto ai social, ha completamente riscritto le regole dI mercato, marketing e fruizione.L’ultima canzone di Elodie sembra esserne il perfetto paradigma con la cantante sempre meno interprete e sempre più performer e la costruzione del brano studiata e realizzata con la stessa cura che si userebbe per la creazione e il lancio di una nuova vettura.
Per scrivere questo brano (sicuramente bello e “funzionante”), sono state chiamate quattro persone: Elisa (che non credo abbia bisogno di specifiche), Durdast (tra i suoi successi, solo nel 2021, Glicine di Noemi, Voce di Madame e La Genesi del tuo colore di Irama), Davide Petrella (quello di Pamplona di Fabri Fibra, Vorrei ma non posto di J-Ax e Fenomenale della Nannini), e Federica Abbate (sono sue Roma-Bangkok di Baby K. e Nessun grado di separazione della Michielin).
Certo un po’ l’aspetto romantico dell’autore che ti vende un mondo va un po’ a farsi benedire ma, evidentemente, questo approccio ha i suoi grandi vantaggi.Unica nota un po’ surreale, possibile che i quattro autori, più l’interprete, abbiano licenziato senza troppa pena la frase: “vorrei soltanto che mi porti per mano” quando “vorrei soltanto mi portassi per mano” ha la stessa identica metrica?