L’errore peggiore che si possa fare nell’approcciarsi a quest’opera di Mike Flanagan è considerarla un horror. Vero è che sarà in quel genere che la trovereste, su Netflix, ma Midnight mass è horror tanto quanto Jesus Christ Superstar è (solo) un musical. Casomai decideste di organizzare una serata horror, con tanto di ragazze, sperando che qualche brivido di paura riduca drasticamente le distanze con loro (ammesso che questo tipo di serata ancora esistano), avreste scelto la serie sbagliata. Per certe cose il buio in sala andava benissimo con Grease, non certo con Jesus Christ Superstar, giusto per tornare all’esempio del musical sopra.
Midnight mass è un’opera dolente che in sette puntate muove una critica ferocissima alle religioni ma non per quanto di deviato possano diventare nella loro secolarizzazione ma proprio per quanto di “presuntuoso” sottenda alla loro stessa creazione, per quanto di “estremo” ci sia, da parte degli esseri umani, nel voler spiegare – pur introducendo dogmi inspiegabili – il grande mistero (insensato) della vita attribuendosene l’esclusiva certezza della Verità.
Logico, visto nell’ottica di un americano, che la religione prescelta per compiere questo processo sia la un po’ esotica – dal loro punto di vista – e radicatissima nel mondo religione Cattolico Cristiana, con le sue tradizioni, riti e liturgie (non a caso il titolo rimanda alla celebrazione più importante del culto, la messa della mezzanotte di Pasqua).
Livello di recitazione altissimo, dai protagonisti (Zach Gilford, Samantha Sloyan), ai personaggi minori (Henry Thomas, qui interpreta Ed, è la dimostrazione del vecchio adagio che recita “non esistono piccoli ruoli ma solo piccoli attori”).
A Kete Siegel, Flanagan affida un monologo da brividi nel sottofinale che riesce, con maestria, a non scadere in un panteismo banale da newage ma, grazie all’ottima scrittura geometrica dell’intera opera, si ricollega alla spiegazione fatta, quasi a inizio serie, sulla nascita delle religioni chiudendo un cerchio che è un motivo di luce e speranza, come i due ragazzi che si “bastano” per quello che già sono in un “qui e ora” irripetibile quanto certamente autentico.
Lo trovate su Netflix.