Quando una rappresentazione (che sia cinema, tv, musica o altro poco importa) diventa “evento”, e quindi tutto quello che esiste intorno occupa più spazio della rappresentazione stessa, è assolutamente normale che si creino schiere di detrattori, critici improvvisati, improbabili suggeritori, scontenti ecc.
Ma dal punto di vista autoriale, il finale di GoT è assolutamente perfetto e George R.R. Martin Continua a leggere →
Che sia fiaba o realtà, la storia di Estelle ha come tema la libertà. La sua ricerca ha tormentato gli animi sensibili di ogni epoca.
Di qui la dolce figura di Juan, suonatore di accordìon, ossia, fisarmonica, strumento che richiama immagini di malinconia e di folgorante felicità che durano però pochi istanti. E così, dall’incontro tra i due nasce la favola; non un amore, ma una ricerca che va oltre le mura del castello, laddove il mare ruggisce, ammalia e rapisce.Continua a leggere →
Dopo la tragedia dell’altro giorno gli adulti hanno scoperto il mondo “trap” e, grazie ai social che fanno da meraviglioso amplificatore alla semplicità del pensiero “comune”, stiamo assistendo davvero a una sfilza di chiacchiere ottime per la, purtroppo mai così decaduta, tv del pomeriggio: vuote, inutili e banali.
Si passa dalle offese all’artista in quanto portatore di “valori e idee” abominevoliContinua a leggere →
Dopo la tragedia dell’altro giorno gli adulti hanno scoperto il mondo “trap” e, grazie ai social che fanno da meraviglioso amplificatore alla semplicità del pensiero “comune”, stiamo assistendo davvero a una sfilza di chiacchiere ottime per la, purtroppo mai così decaduta, tv del pomeriggio: vuote, inutili e banali.
Si passa dalle offese all’artista in quanto portatore di “valori e idee” abominevoliContinua a leggere →
Ok. Forse di due stelle su cinque (“pregi e difetti” secondo la legenda di Ciak) non si dovrebbe andare particolarmente fieri.
E invece queste due piccole stelle che accompagnarono l’uscita del mio primo film (giugno 2014) mi hanno sempre riempito d’orgoglio. Continua a leggere →
Questa settimana nella sua rubrica su Corriere Tv, Il buon Aldo Grasso ha voluto dedicare uno spazio a due nuovi programmi ambientati (e in qualche modo dedicati) a Napoli: “Muort e stramuort” e “Lucky Ladies”.
Per entrambi ha riservato parole di elogio, e fin qui, non volendo entrare nei contenuti dei programmi, niente di “strano”, niente che valesse la stesura di questo pezzo.
Quello che però sembra interessante rilevare è che Grasso, parlando dei due programmi che si occupano di Napoli senza che la camorra sia protagonista (o che sia normalmente non collusa o in affari con essa, come per il 99,9% di noi) dice – in buona fede, con un sorriso quasi di stupore – che il quadro che ne esce è “strano”.
Infatti, per elogiare queste Lucky Ladies, imprenditrici napoletane che alla fine risultano comunque meno vacue degli yuppies milanesi degli anni ’80, per anni simbolo dell’efficienza e del successo da contrapporre all’indolenza meridionale, non trova paragone migliore che vedere in queste signore: delle “Donna Imma” (la boss di Gomorra) che hanno scelto un’altra strada.
Come dire, il metro per parlare di Napoli “deve”essere Gomorra, la normalità è quella, tutto il resto è “strano”.