Perché il problema del canone “Rai” è solo classica e inutile demagogia.

So bene che con questo pezzo non attirerò molte simpatie, ma questo blog nasce anche per dire cose impopolari e guai se iniziassi a scrivere per cercare facile consenso.

Canone-RAI

Punto primo. Innanzi tutto sgombriamo il campo dalle ambiguità giuridico lessicali, esistono diverse sentenze di diverso grado che attestano che il canone (o tassa o imposta, nulla cambia nel mio discorso) sia legittimo e costituzionale.

Punto secondo. Il canone in Italia si paga da un’ottantina d’anni. Curioso che proprio adesso che verrà ridotto del’11,5% e (sembra) dovrà essere pagato da tutti susciti tutte queste proteste. Come dire, non importa quanto sia alta la tassa, l’importante è che si possa evaderla (con buona pace di noi “onesti” che abbiamo sempre pagato).

Veniamo adesso alle obiezioni più classiche (inutili) e demagogiche.

La prima: Perché dobbiamo dare questi soldi alla Rai e non ad altri?

Perché è la Rai la società che, per strutture e capacità logistico-tecniche, ha la concessione esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia. Quindi se avete una struttura di pari capacità potete anche contattare lo Stato e proporvi.

La seconda: Perché dobbiamo dare i soldi alla Rai che fa anche la pubblicità?

Il fatto che la Rai faccia anche la pubblicità serve a provvedere al mantenimento di tutta la struttura oltre che alla realizzazione dei programmi. Se non vi piace la struttura così com’è potete sempre organizzare un movimento politico, vincere le elezioni e cambiarla. Anche a me non piace come è gestito il sistema stradale italiano, mica per questo posso decidere di non pagare le tasse che servono alla rete stradale.

La terza: Non guardo i programmi Rai, solo una volta ogni tanto la Gabanelli o un Tg Regione.

Io non sono mai andato in ospedale. Né conto di andarci. Non prendo neanche medicine. Pago però lo stesso le tasse per la Sanità. Come la mettiamo?

La quarta: Perché dobbiamo dare i soldi alla Rai che poi paga milioni di milioni i vari Fazio, Clerici, Conti ecc ecc.

Fare un discorso di spesa sui programmi di successo è miope oltre che inutile. I compensi dei big sono calcolati su quanto questi riescano a fare incassare – in vendita di spazi pubblicitari – all’azienda. Ergo, nella stragrande maggioranza dei casi (Festival di Sanremo incluso) sono proprio loro gli unici a non far rimettere la Rai.

La quinta (e più gettonata): Perché dobbiamo pagare un’azienda che produce schifezze tipo i programmi del pomeriggio e cose del genere?

Si fanno quelle “schifezze” di programmi perché (purtroppo) sono seguiti (e anche questi spettatori votano e pagano il canone). Ora, è assolutamente lecito desiderare e protestare per avere programmi diversi ma, visto che la Rai è direttamente dipendente dalla politica, la vera rivolta non sarebbe quella di non pagare una tassa (imposta, canone o balzello che sia) ma eleggere chi culturalmente e professionalmente in grado di cambiare realmente la governance del servizio pubblico.

Non è che posso votare Berlusconi per vent’anni e poi sorprendermi che la Rai somigli a Mediaset…

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2 pensieri su “Perché il problema del canone “Rai” è solo classica e inutile demagogia.

  1. Sono d’accordo: basterebbe conoscere come funziona il sistema TV per evitarci queste lamentele da campagna elettorale. Se tutti i politici di opposizione che ora demonizzano il canone non andassero/fossero andati in programmi della tv pubblica…

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