Almeno due cose fondamentali succedono alla musica nel mondo e in Italia nel primo anno del decennio perché gli anni ’80 diventassero quello che sono stati, la nascita di Mtv a New York, e in Italia, opera di uno dei migliori talent scout di sempre della tv e della musica italiana, Claudio Cecchetto, l’uscita del Gioca Jouer.
Il media televisivo alla fine degli anni ‘70 continuava la sua imperterrita corsa fagocitando man mano tutti gli altri mezzi di informazione e intrattenimento: radio, cinema, giornali.
La tecnologia diventava sempre più sofisticata e accurata con il preciso obiettivo di riuscire a piazzare il televisore non più davanti alle sedie o poltrone del salotto ma bello immobile davanti al divano e così, oltre una migliore ricezione e definizione delle trasmissioni l’apparecchio tv prima si spoglia del grigio dei programmi in bianco e nero e poi adotta il sistema di controllo remoto a infrarossi, l’indispensabile telecomando (in stretta relazione – specie negli USA – anche i cibi precotti e quelli in mono porzione surgelati così da non doversi alzare dal divano neanche per cenare, abitudine però non attecchita con altrettanto successo in Italia).
Con una trasformazione delle abitudini di tale entità era normale che l’industria discografica trovasse appetibile avere un canale (inizialmente via cavo, quindi dalla portata di spettatori molto limitata) completamente legato alla musica.
L’idea, attribuita a Robert W. Pittmann divenne realtà e il 1 giugno del 1981, come logo immagine fu scelta quella dello sbarco dell’uomo sulla luna, solo che la bandiera da quella degli USA si era trasformata nel logo di MTV.
La prima diretta conseguenza della nascita e del successo di un canale tematico dedicato alla musica fu che i discografici dovettero iniziare a produrre i video musicali, conosciuti anche come videoclip, prima riservati a pochissime band (famosi quelli dei Beatles e Bob Dylan degli anni ‘60).
Man a mano che la produzione cresceva il “nuovo” genere si dotava di regole e di un’estetica sempre più complessa e ricercata, diventando, per contenuti e durata, un altro elemento caratterizzante degli anni ’80.
E i videoclip, insieme alle interviste (comunque inframmezzate dai video) ai cantanti, alle classifiche e ai lanci dei Vj costituivano l’intero palinsesto del canale.
Ma torniamo in Italia. Nel 1981 Claudio Cecchetto è già un fenomeno per la Rai, partito da Telemilano la futura Canale 5 nel giro di un paio d’anni arriva a condurre tre volte Sanremo, Scacco Matto e Fantastico 2 abbinati alla lotteria Italia, ma grazie al Gioca Jouer e un paio di stagioni in vetta alle classifiche di vendita dei dischi diventa davvero il massimo esponente della musica “giovane” in Italia.
Impossibile allora che il Cavaliere, nella brillante campagna acquisti per la sua televisione non lo facesse arrivare alla Fininvest. Tra le altre cose porta in tv la radio che aveva da poco fondato, radio deejay, creando il programma musicale che più di tutti avrebbe segnato il decennio, deejay television, portando, in piccolo, circa un’ora ogni pomeriggio, l’esperienza di Mtv in Italia.
Il programma, condotto da Vj, manda in onda il meglio dei videoclip della scena mondiale, che in quegli anni voleva dire Michael Jackson, Madonna, Queen e cose del genere.
Per i ragazzi, abituati fino a quel momento alla musica in playback di Discoring si apriva un mondo. Studiare il primo pomeriggio con i Vj (che poi erano ragazzi non tanto diversi dai propri spettatori) diventò subito un’abitudine. I nomi di quei Vj ? Sandy Marton, Gerry Scotty, Kay Rush (indimenticabile mix caucasico-orientale), Albertino, Amadeus, Leonardo Pieraccioni e tal Lorenzo Cherubini lì battezzato Jovanotti…
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