In un mistery come Layla, oltre a quello portante, quello che sorregge tutto l’impianto narrativo ed è, ovviamente, legato alla protagonista, mi piaceva moltissimo l’idea di sviluppare altri “misteri” che intrecciassero la storia della ragazzina fiorentina, i suoi quattro amici napoletani, suo padre (il difficile notaio D’Ambrosio) e la misteriosa (manco a dirlo) signora Anna con Napoli, la città che ospita e, allo stesso tempo, è protagonista di tutta questa storia straordinaria.

Vicolo napoletano – Augusto Radice
E quale possibilità più ghiotta che quella di poter prendere una canzone assolutamente meravigliosa, con un testo dalla bellezza struggente come “Fenesta Vascia”?
Già il percorso fatto da questo canto, partorito da una persona follemente innamorata nel lontano ‘500, è da brividi. Di chi siano questi versi non è dato saperlo, come non è dato sapere quale ragazza, o donna, ne fosse la destinataria. Di loro, dopo cinque secoli non ne è rimasto più nulla. Come non si è conservata alcuna traccia di tutti gli innamorati che hanno continuato a cantare questi versi nei secoli che si sono succeduti.
Sono caduti re, castelli sono stati distrutti e palazzi sono stati abbattuti, alcuni ricostruiti, altri sostituiti. Guerre, terremoti, carestie e pestilenze hanno modificato più volte il profilo urbanistico della città, contraendo o espandendo il numero degli abitanti, eppure, quei versi sono passati, di bocca in bocca, incuranti di quanto accadeva accanto (gli amanti hanno sempre cose più importanti da fare che pensare alle guerre o ai papi) per arrivare fino all’800, quando Giulio Genoino e Guglielmo Cottrau (per passione e denaro), ne fecero la versione che ancora oggi possiamo ascoltare.

Il libro sarà disponibile dal 21 novembre 2019
Nello specifico il testo, così pieno di passione, struggente desiderio e morte è un vero capolavoro.
L’innamorato non corrisposto (o non corrisposto a sufficienza – magari dopo un litigio), dà della “crudele” alla sua amata. L’appella “padrona” – anche se lo fa rivolgendosi alla finestra che tiene chiusa.
Finge di dolersi dei sospiri che per lei ha sprecato, anche se è chiaro che vive solo per poter continuare a sospirare ancora per lei.
E, se riuscite a porvi nell’ottica giusta, sentite che meraviglia le immagini successive, un crescendo di amore e morte davvero notevole:
Mm’arde stu core, comm’a na cannela, bella, quanno te sento annommenare!. (Il cuore brucia come una candela al solo sentire il suo nome).
Inutile dire che la candela, oltre a bruciare e a illuminare ha come prerogativa quella di consumarsi quando è accesa.
Oje piglia la ‘sperienza de la neve! La neve è fredda e se fa maniare… (prendi come esempio la neve che, per quanto fredda, si lascia comunque toccare).
La neve, più del ghiaccio, quando la prendi tra le mani è destinata a sciogliersi.
E dopo questi due esempi chiude la strofa con:
e tu comme si’ tanta aspra e crudele?! Muorto mme vide e nun mme vuó’ ajutare!?… (e tu, come fai a essere così dura e crudele? Vedi che sto morendo e non fai nulla per aiutarmi).
E finalmente, l’immagine massima dello struggimento, la morte, arriva. Ma non in maniera infantile come una minaccia futura dettata dalla disperazione, ma come la sua condizione attuale, data dall’impossibilità di vederla e parlare con lei.
E anche poi quando, nonostante queste parole, la finestra resta chiusa e l’innamorato le dice che rassegnato andrà via lontano, la lascia con una bella immagine iperbolica e una promessa di fedeltà: neanche la lontananza riuscirà mai a guarire il suo mal d’amore, andrà via da lei ma continuerà a versare tante lacrime da riempire un’anfora di quelle che usavano gli acquaioli.
E quando un’altra donna (‘na nennella) si interesserà a lui scambiandolo per un semplice venditore d’acqua, lui non potrà dimenticarla e così sarà costretto a rispondere che quello che vede non è un’anfora piena d’acqua ma sono solo le lacrime che versa per il suo grande amore (So’ lacreme d’ammore e non è acqua!…) .
Che questa storia così bella e toccante facesse innamorare Layla (per chi un po’ la conosce), non è certo una grande sorpresa. Ma la domanda che resta è un’altra.
In che modo un mistero legato a questa canzone si intreccia con la straordinaria storia di Layla?
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