Inizialmente, quando mi è apparsa – già stranamente fin troppo definita a voler essere sinceri – la figura di Layla, questo libro avrebbe dovuto essere un semplice “coming of age”, una semplice storia con protagonisti dei ragazzi che stanno diventando adulti.
Ma la svolta è arrivata quando, facendo delle ricerche sugli antichi culti che nei secoli sono passati per Napoli, mi sono imbattuto in quello che poi ho ripreso per la religione de la Sposa (apportando piccole varianti per non rendere riconoscibili alcuni luoghi, dove ancora oggi alcune persone celebrano il loro credo).
Personalmente, uno dei momenti che più mi ha emozionato (e forse anche un po’ spaventato) è stato quando nella cappella Capece-Minutolo (l’unica chiusa a chiave nel Duomo di San Gennaro) ho trovato due riferimenti segreti al culto, posti lì da secoli, uno legato alla religione di Mazda (che ha dominato l’Asia centrale dal VI a.C. al X d.C.) e l’altro addirittura alla religione egizia, quasi venticinque secoli fa.
Una delle storie più incredibili che mi hanno raccontato su questo culto è che, per alcuni, addirittura il miracolo di San Gennaro non sarebbe altro che un “diversivo” creato dalla Chiesa Cattolica per annacquare la potenza di questo culto che aveva in questi stessi luoghi uno dei Cardini occidentali. Operazione rivelatasi poi del tutto fallimentare dal momento che gli adepti sembra abbiano da sempre utilizzato il caos che si crea nei giorni del “miracolo” proprio per riunirsi passando inosservati…
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