Due regolette fondamentali sull’arte della narrazione (e il prezzo che si paga a non rispettarle).

Teen spirit non è un brutto film: la storia è ormai archetipa (il riscatto sociale e personale grazie a caparbietà e talento) e quindi dovrebbe funzionare, gli attori sono bravi e hanno carisma sufficiente a tenerti lì (Elle Fanning su tutti, ma anche Zlatko Buric e  Agnieszka Grochowska, così come Rebecca Hall e gli interpreti minori), ma tutto questo non fa altro che rendere ancora più evidente il problema narrativo che pregiudica il film.

Layla Copertina

Hai già letto Layla? Clicca qui per scoprire di più!

Una delle regole di base della narrazione (film, libri, serie tv o qualsiasi altra cosa vi venga in mente), è che se il protagonista non ha un antagonista all’altezza la storia si sgonfia. E, attenzione, per antagonista non ci si riferisce necessariamente a un personaggio in carne e ossa, lo scontro può avvenire con l’ambiente, e quindi una condizione sfavorevole – economica o sociale (ricordate Billi Elliot?), con un sistema (da Rollerball a Hunger games), con un “nemico rivale” (e qui gli esempi si sprecano), col mentore perché troppo esigente o perché ti mette di fronte ai tuoi o ai suoi limiti (dall’Eastwood di Million dollar baby in giù) o addirittura lo scontro potrebbe essere con sé stessi (Rocky, giusto per citarne uno).

teen-spirit-passo-sogno-recensione-film-elle-fanning-v4-45122

Niente vieta di fare un mix di questi antagonisti, che poi è quello che cerca di fare Max Minghella, Violet (Elle Fanning) è povera, la madre non vuole che canti, abita in un posto sperduto (stupendo, ma che viene raccontato come abbandonato da Dio), si scontra con il sistema dei talent (Teen Spirit è il format, una sorta di X Factor, solo che per motivi di budget – immagino – sembra poco più che una sagra di paese), è insidiata dal belloccio di turno – star del programma – che vorrebbe approfittarsi di lei, inizialmente è invisa alle amiche di scuola, litiga col mentore ubriacone (bella l’idea dell’ex cantante lirico). Ma tutte queste strade sono solo accennate e superate con la semplicità che occorre per schioccare le dita (che è la stessa che occorre per riempire lo schermo con l’irresistibile risata dalla Fanning) e mai si entra davvero nello scontro o nel “dramma”, che per un film che non vuole essere una teen comedy è davvero un grosso problema.

Se hai trovato questo articolo interessante, condividilo sul tuo profilo. Metti “in rete” la “cultura”, grazie!

Questa è la mia pagina fb.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...