Con The Society (lo trovate su Netflix) siamo dalle parti del presente distopico che nei manuali di narrazione viene chiamato “what if” vale a dire: “cosa accadrebbe se…”
E cosa accadrebbe se da West Ham, una cittadina con qualche centinaio di abitanti, sparissero adulti, anziani e bambini e restassero solo i ragazzi? E se insieme agli adulti sparisse anche ogni altra forma di civiltà facendo sì che West Ham, fosse l’unico posto abitato al mondo?
Maneggiare l’ennesima declinazione de Il signore delle mosche in maniera convincente e appassionante non è certo materia semplice, ma l’idea di ribaltare completamente lo scenario e trasportare tutto in una arena ricca, lussuosa e iper civilizzata dove a vivere quanto accade sono ragazzi ben consapevoli del loro background costituito dalla visione di tante serie tv (stupende le citazioni non esplicitate a House of card e al dr. House) che poi sono le stesse dello spettatore (a differenza del libro di Golding) crea una gustosa fruizione nello spettatore.

Restando nel campo delle citazioni, una menzione speciale va a Toby Wallace che con il suo Campbell riesce a farsi odiare quasi quanto Jack Gleeson per il suo Joffrey Baratheon ne Il trono di spade. Da Il trono di spade gli autori di The Society hanno imparato anche che far morire un protagonista (quindi un personaggio costruito con grandissima attenzione) non è più considerato un errore, un qualcosa che crea disaffezione nel pubblico.
Da segnalare anche il livello medio della recitazione che resta, ahinoi, altissimo rispetto alle produzioni nostrane.

Peccato solo per la mancanza di un po’ di cattiveria (e coraggio) in più da parte degli autori, forse avrebbero perso un po’ di spettatori teen ma, di sicuro, avrebbero reso l’opera ancora più interessante.
Se hai trovato questo articolo interessante, condividilo sul tuo profilo. Metti “in rete” la “cultura”, grazie!