A molti (e io sono tra quelli) la ministra Boschi è tutt’altro che simpatica, sono sicuro che è di quelle che se porti una sera a cena sta lì a parlare per due ore di quanto era brillante e scavezzacollo a scuola anche se prendeva tutti 9.
Ma questo adesso c’entra poco, come poco interessano le simpatie politiche.
Quello che è rilevante è come sia bastato un fotomontaggio (tra l’altro fatto davvero male) perché i beoti della rete si scagliassero contro la ministra senza fermarsi nemmeno un attimo a riflettere su quello che stavano guardando.
Ci potremmo riempire un libro parlando della rete come nuovo media capace di tenere in scacco milioni di utenti “semplici” non culturalmente attrezzati, ma votanti e compratori e per questo ambiti come non mai. I campagnoli americani dello sbarco dei marziani di Welles al confronto erano più svegli dei nostri diplomati dei licei.
Quello che è ancora da rimarcare è che questo sta facendo tornare in auge alcune caratteristiche proprie della propaganda fascista quali lo svilimento del competitore, nemico “non degno” perché “limitato”, “inferiore”, “incapace” (ricordate le vignette sui “negri” e gli ebrei ?).
E come ciliegina sulla torta non si può ignorare la solita visione maschilista che tra l’altro, sempre con un fotomontaggio, aveva già colpito la Boschi.
La rete rende tutti più liberi (di farsi manipolare).
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