Da una parte c’è una signora, laureata in lingue e letterature straniere, giornalista professionista, inviato(a) di guerra sui fronti più caldi, direttrice di vari telegiornali in un paio di nazioni, scrittrice. Un signore, laureato in storia (dove ha poi conseguito anche un dottorato), giornalista professionista e vicedirettore di un giornale.
Di fronte uno dei più ricchi e potenti imprenditori italiani (per la cronaca, laureato in giurisprudenza).
Bene. Per chi ha visto la puntata di questa sera di Ottoemezzo non sarà difficile associare i nomi alle descrizioni, per gli altri i tre sono: Lilli Gruber, Marco Damilano e Diego Della Valle.
Al di là delle simpatie o per la stima che ognuno può nutrire o no per i tre personaggi (non è di questo che si parla qui) un aspetto, visto che siamo nel 2015, è risultato più interessante di tutta la serata, il dott. Della Valle si è rivolto per tutta la puntata appellando la Gruber col titolo di “signora” e Damilano con quello di “dottore”. Sette volte signora e cinque volte dottore.
Inezia? Quisquilia? Caso?
Può darsi.
Come può darsi che il “signora” fosse un puro atto di cortesia, un modo di rivolgersi più “gentile”.
Certo è che se anche a una delle donne più forti e autorevoli (nel suo ambito) si fa fatica a equipararla come titolo a un collega con metà della sua esperienza di strada questo Paese ne ha davvero ancora tanta da fare…
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