Certo nelle sue parole non voleva giustificare il pedofilo o incolpare la disgraziata vittima o la madre straziata. Ma Corrado Augias è un giornalista, uno scrittore, un uomo che con la comunicazione ha una certa confidenza.
Ed è per questo inaccettabile che non sappia che nella comunicazione è impossibile (e quasi sempre inutile) cercare di distinguere il contenuto dal messaggio.
Sembra un sofismo, una sottigliezza ma in realtà è molto molto semplice: se parlo di bambine con boccoli e vestiti da sedicenne, “alludendo a un discorso generico, indice di una società che vuole le bambine inserite in un contesto da adulti bla-bla-bla (mettete qui la cosa più intelligente che vi viene in mente)” con la foto di una vittima di pedofilia alle spalle collego immediatamente in chi guarda e ascolta la pedofilia con questo tipo di atteggiamento.
E questo è semplicemente inaccettabile.
Non solo perché in qualche modo dosa una percentuale di colpa (la si voglia pure infinitesimale) alla vittima, ma anche perché semplicemente non è vera. La pedofilia è altra cosa. La pedofilia è una devianza che fa colpire vittime innocenti, anche di due o tre anni. Indipendentemente che siano bambine o bambini.
Altra cosa è la pederastia (devianza sessuale verso gli adolescenti), dove, forse, il discorso di Augias potrebbe essere preso in considerazione. Ma non è certamente questo il caso.
E come se non bastasse, visto che i social (e con social ormai bisogna intendere anche i “giornalacci on-line” che vivono grazie ai social) hanno fame di click, la frase di Augias, oltre alla normale condanna ha ricevuto subito l’appoggio di qualche “giornalista” in cerca di visibilità, come una tale Tavello (o una roba del genere) che ha estremizzato ancora di più il ragionamento sbagliato facendolo diventare un abominio, mettendo in un unico calderone le bambine che sciommiottano le madri, Pitti bambino, le baby modelle, le schiave bambine vietnamite costrette a prostituirsi, il turismo sessuale e i boccoli della disgraziata bimbetta della foto.
Studiate. Abbiate rispetto. Tacete.
Grazie moltissime per la lettura. Se vuoi possiamo restare in “contatto” con un semplice click qui sotto.