Come è mio costume, non entrerò nel merito del votare sì o no al referendum, non è questo il mio ruolo o quello del mio piccolo blog, né mi interessa che lo diventi.
Mi limiterò a descrivere due tecniche di comunicazione propagandistica, a mio avviso assolutamente odiose per quanto funzionanti, che stanno andando per la maggiore, tutte volte a convincere gli indecisi (quelli decisi per partito preso non interessano in questa fase).
La prima, a favore del Sì, è quella che fa leva sulla paura dell’incertezza, e così si impegna a disegnare scenari apocalittici in caso di vittoria del No: se vince il No sarà il caos, la mortifera instabilità, lo spread ci divorerà, saremo fuori dalla civiltà politica. Mentre, facendo leva sulla stessa paura, disegna scenari fantastici in caso di vittoria del Sì: caleranno le tasse, la stabilità ci regalerà una crescita senza precedenti.
La seconda, a favore del No, fa leva sull’incapacità o sul disinteresse dei cittadini rispetto a discussioni tecniche non proprio appassionanti come un rigore dubbio dato alla Juventus. E lo fa nella maniera più subdola, invitando gli stessi cittadini a informarsi, salvo poi aggiungere che chi ha davvero letto e capito la riforma non può che votare “No” facendolo ripetere come un mantra dai giornalisti di riferimento dell’elettorato che si vuole cooptare. In poche parole, informatevi prima di votare, ma se decidete di votare Sì significa che non avete capito cosa avete letto, quindi è meglio che ve lo rispieghiamo noi.
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