Come spiegare a chi è vittima dell’effetto Dunning-Kruger (quello che tende a sovrastimare le proprie competenze), che la sua non è conoscenza ma solo una illusione della conoscenza?
Mai, come in questo preciso momento storico, la quantità di “sapere” è stata così disponibile e accessibile per un tale numero di individui, “sapere” che spazia in qualsiasi campo dello scibile umano, dal come si possa sostituire l’interruttore di una lampada a come si possa sostituire una valvola cardiaca.
Eppure, tale accessibilità ha generato un grosso problema, il paradosso dell’illusione della conoscenza.
Per chi mastica di comunicazione, questo non è certo sorprendente, che troppa comunicazione generasse quello che viene definito “rumore di fondo” tale da disturbare il flusso comunicativo è cosa nota da qualche decennio prima che internet fornisse a tutti le chiavi della più grande libreria multimediale di tutti i tempi.
Proviamo con un piccolo esempio. Vi ricordate quando eravate in classe e dovevate tradurre un brano dal latino, greco, inglese o qualsiasi altra lingua? Tutti potevano contare sullo stesso vocabolario ma, alla fine, c’era chi prendeva 2 e chi 8. In quel caso la differenza la faceva lo studio, vale a dire, le conoscenze acquisite e non quelle a disposizione…