“Ma al suo bravo figliolo quella ragazza piaceva da morire. Anche quando, per vigliaccheria, e più per gli sfottò degli amici che per il timore del padre, in verità, aveva provato a lasciarla. Salvo poi correre da lei ogni volta che la voglia e il desiderio vincevano ogni timore.
Gli piaceva davvero da morire quella ragazza: bei fianchi, poco seno e occhi troppo truccati.
Alla fine, però, a morire era stata lei. Neanche diciotto anni. Chi l’avrebbe mai detto.”
Il breve stralcio sopra, tratto da Layla (in libreria dal prossimo 31 ottobre), appartiene a quelli che nel romanzo sono indicati come i “quaderni de la Sposa”, uno dei personaggi più interessanti, per il mix di sensualità e inquietudine che la caratterizzano, che abbia mai dialogato con me.
Il brano si riferisce a un amore che il caso, la fatalità o il destino, a seconda del punto di vista che più vi piace, ha tinto con colori intensi e drammatici, da questo il quasi immediato e, probabilmente inevitabile, accostamento con la straordinaria opera di Edvard Munch (per saperne di più sull’opera vi invito a leggere questo articolo – link esterno).
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