Ponete il caso che alla vigilia delle vostre nozze siate giovane, bello, innamoratissimo e ricambiato dalla ragazza più bella del vostro paese, pronto a una brillante carriera che vi frutterà un’ambita posizione medio borghese capace di riscattarvi dalla vostra poca istruzione e non folgorante intelligenza.
Cosa potrebbe capitarvi di meglio dell’essere coinvolto in una congiura che vi costringerà per 14 anni in una terribile prigione dimenticata su un isolotto nel mare? A quanto pare nulla.
Almeno a leggere la straordinaria storia di Dumas. Da questa sofferenza, grazie al fortunato incontro con l’abate Faria (altro prigioniero), Edmond Dantès ne uscirà come Conte di Montecristo – ricco più di un nababbo, che, dopo aver distribuito vendette e premi a nemici e amici, riuscirà a dimenticare anche il suo grande amore passato (e sfiorito), in nome della bellissima, innamoratissima (e giovanissima) principessa Haydée.
Non ricordo una revenge story così complessa e accurata in tutta la letteratura (e cinematografia) come quella messa su da Dumas che, anche se, di tanto in tanto, si nasconde dietro la “volontà di Dio” si capisce benissimo che deve essersi divertito tantissimo a creare personaggi cattivi da far soffrire come meglio riuscisse a immaginare. E noi con lui, leggendolo anche dopo quasi 170 anni dalla prima pubblicazione.
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