C’è qualcosa che accomuna superstizione, magia e religione?
Certo, si chiama sincronicità o, meglio, coincidenze significative.
Piccolo esempio: sto parlando con delle persone, a un certo punto, rivolgendomi a una di queste, dico con l’espressione seria e convinta: morirai guidando l’auto mentre vai a prendere la tua ragazza.
Che reazione credete abbia questa persona oltre a mandarmi (giustamente) a quel paese? Quanto peso immaginate darà alle mie parole?
Se è una persona sana di mente, sicuramente nessuna e, molto probabilmente, dopo pochi minuti avrà dimenticato la mia divinazione.
Immaginate adesso la stessa scena, io che dico la stessa frase “morirai guidando l’auto mentre vai a prendere la tua ragazza”, solo che appena detta l’ultima sillaba un tuono rimbombi nel cielo, oppure uno stormo di uccelli attraversi le nuvole sopra la nostra testa, o una folata di vento faccia rovesciare un tavolino. Anche se razionalmente non esiste alcuna correlazione tra la mia frase e un qualunque evento rilevante accaduto in quel momento, questo basterà per dare un’impronta “significativa” a quanto ho detto.
Se questa persona è particolarmente suggestionabile, magari riuscirà anche a far sì che la profezia si “auto avveri”. Ma di questo parleremo un’altra volta.
Perché gli uomini sono così disposti a mettere in relazione eventi che tra loro non hanno alcun tipo di rapporto? Semplice. Dipende dalla necessità (sia psicologica che pratica) di cercare e di trovare degli schemi per poter interagire con la realtà.
La lotta alla sopravvivenza è tutta dominata dal principio causa-effetto. Se pianto un seme (causa), so che raccoglierò un cereale (effetto). Se un serpente velenoso mi morde (causa), so che morirò per quel veleno (effetto).
Purtroppo, però, è tale il nostro bisogno di comprendere e controllare la realtà che tendiamo a mettere in relazione eventi che non ne hanno alcuna. Pensiamo alla bufala dell’oroscopo, che cerca di creare una relazione tra gli astri (causa), e gli eventi futuri o il carattere di una persona (effetto).
Oppure quella dei luoghi miracolosi, tipo Lourdes. Il posto (causa), guarigione (effetto).
O, anche, quella delle cure a-scientifiche come l’omeopatia. Prendo acqua e zucchero (causa), passa il raffreddore (effetto).
È tutto un problema di relazione.
Una persona intelligente se ordina un cornetto al bar e dopo viene a piovere non è che il giorno dopo, prima di ordinare un cornetto si preoccupa di portarsi l’ombrello, essendo i due eventi del tutto slegati.
Per quelli che stanno sorridendo per la banalità dell’esempio sopra: provate a rileggerlo quando, prima di andare a fare il prossimo esame, sfiancherete vostra madre per farvi lavare la maglia o i calzini porta fortuna o quando, prima di guardare la partita, assegnerete i posti in maniera magica, e così via…
Questo che avete appena letto è un altro brano tratto dal blog di Gabriel, uno dei 4 ragazzi protagonisti di Layla, della quale è di un anno più grande, è un vero appassionato di scienza e di tutto quanto di razionale esista.
Gabriel che si troverà, giocoforza a fare da contraltare a la Sposa Vergine (di cui ho già parlato qui).
Dal carattere per niente facile o simpatico è un “nerd” assolutamente atipico (almeno per quello che di solito viene ripreso dall’immaginario comune): bel fisico, bel volto e grande passione per il nuoto e la chitarra.
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L’immagine che accompagna il testo è The Aura Of Autumn di Leonid Afremov.
Ti sei già segnato all’evento nazionale che accompagnerà l’uscita del libro? Il link è sotto, fallo adesso!