Guardare un film dell’ultimo Woody Allen è come assistere a un concerto di Bill Evans negli anni ’70 o di Chet Baker negli anni ’80, dove, seppur non ci ritrovavi più il genio dell’invenzione c’era quello dell’interpretazione e delle piccole variazioni che ti facevano ringraziare il tuo Dio per averli messi al mondo.

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Le magnifiche variazioni in Un giorno di pioggia a New York hanno il nome di una deliziosa Elle Fanning nei panni pochi brillanti ma molto luminosi di una ragazzotta texana e di uno straordinario Timothée Chalamet, affascinante e perfetto nel ruolo, capace di portare con naturalezza nientemeno che un nome come Gatsby.
E guardando gli altri attori anche il modo di dire “non esistono piccole parti ma solo piccoli attori” ti sembra quanto mai veritiero, e non occorre citare Jude Law, bastano il paio di minuti di Ben Warheit (l’insopportabile amico di Gatsby).
Vittorio Storano dirige una fotografia da manuale sia negli interni che negli esterni e la colonna sonora, quasi un’antologia di Erroll Garner regala a noi “malinconici senza rimedio” momenti di pura estasi.

Chalamet e Fanning (press kit)
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