E.Si.Le (Estrema Sintesi Letteraria):  Klara e il sole – Kazuo Ishiguro

Non è semplice parlare dell’ultimo romanzo di Ishiguro perché, se volessi soffermarmi sui temi che muovono la sua opera, né nuovi, né memorabili come l’ambientalismo e l’allarme per una deriva dove le tecnologie (dalla genetica all’elettronica), rischiano di disumanizzare il mondo, gli farei sicuramente un torto.

La bellezza di “Klara e il sole” va cercata “oltre” tutto questo, nel tentativo che fa l’autore di provare a raccontare quanto di ineffabile esista nel mistero della stessa esistenza e per farlo catapulta il lettore in un presente/futuro intellegibile davvero solo a patto di essere disposi a “resettarsi” e a “riprogrammarsi” accettando di entrare in una profonda empatia con Klara – il giocattolo umanoide dotato di intelligenza artificiale – creato per essere “l’amica del cuore” della ragazzina che l’acquisterà.

Ishiguro non dedica molte parole per spiegare in che tipo di mondo ci si trova e né, per offrire in anticipo, le coordinate per muoversi nella sua storia. Neanche alla fine avremo ben chiaro il funzionamento “tecnico” di Klara (che pure, spesso parla del “suo modo di vedere a settori”), né l’ingresso nella narrazione dello scienziato di turno sarà di molto aiuto, così come il rischioso intervento di potenziamento mentale che i ragazzi che aspirano a trovare un posto nella società sono costretti a subire – per quanto centrale – resta poco più che accennato.

Quello che resta, se si riesce a leggere il mondo con gli occhi robotici di Klara è però la (ri)scoperta di una umanità tanto profonda e legata al valore di ogni singola esistenza da voler – e in qualche modo suscitare – dei miracoli.

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