SNAP! – COLIN IN BLACK & WHITE

È davvero molto raro imbattersi in un prodotto così bello e importante allo stesso tempo, solo per fare un esempio, per quanto fosse importante, l’altra opera di Ava DuVernay – When They See Us – per quanto importante per il tema, non arrivava a questa bellezza narrativa.

Colin in Black & White è invece toccato da quello stato di grazia che fa funzionare tutto, e per tutto voglio intendere le tantissime idee che accompagnano il racconto della nascita di una delle stelle dello sport Colin Kaepernick che con il suo impegno è andato molto oltre i meriti del campo da gioco, tra le altre cose, il gesto di tenere un ginocchio a terra per protesta contro le aggressioni a sfondo razzista l’ha “inventato” lui nel 2017.

La vita del giovane Colin – un bravissimo Jaden Michael – scorre su un maxi schermo come fosse un teen-drama con il vero Colin a fare da presenza e voce fuori campo, al di qua della quarta parete, alternando la parte recitata con alcuni interventi che snocciolano storia, statistiche, studi sociali e cronaca così che concetti come le micro-aggressioni o il “nero accettabile” possano essere compresi, non tanto da chi, privilegiato, non le ha mai subite, ma almeno da chi – e la platea qui si fa grandissima e riguarda tutti noi anche italiani – perché queste categorie valgono non soltanto per i neri ma per ogni fetta di società per qualche motivo discriminata: donne, meridionali, gay, persone dell’Est ecc.

Lo trovate su Netflix.

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