Il meraviglioso (e terribile) viaggio di Martin Eden

Cosa nasconde la società dietro le apparenze e cosa accade quando si svelano i meccanismi che animano il mondo?

Jack London con il suo Martin Eden fa un viaggio che è quanto di più meraviglioso (e al tempo stesso spaventoso) uno scrittore possa fare: si divide e poi moltiplica nei personaggi del suo libro in un fantastico gioco.

Mentre critica ferocemente le riviste letterarie per bocca dei suoi alter ego Eden e Brissenden la sua opera (Martin Eden) viene pubblicata a puntate su una rivista letteraria, dopo che il suo personaggio, aspirante scrittore ha trovato nelle campane nuziali – con non poche tribolazioni e sofferenze – la formula vincente per scrivere un finale perché una storia possa avere successo, con un colpo di genio le sostituisce con quelle funebri.

Prima ancora, tramite l’altro suo alter ego Joe Dawson (lavandaio, alcolizzato e poi vagabondo come London nella vita reale), ci porta nella schiavitù della condizione operaia e ci convince della necessità della filosofia socialista poi col suo Eden critica il socialismo virando verso il superomismo di Nietzsche, salvo poi abbandonarlo quando la vera realtà dell’esistenza si svela.

Per quasi tutta l’opera ci sembra quasi una storia di riscatto dove alle macchine delle avventure di Dumas del Conte di Montecristo viene sostituita quella filosofica letteraria dell’universo di Eden ma nel finale diventa una delle prime potenti narrazioni – con la discesa, progressiva e inevitabile, dopo che il mondo gli si è rivelato con tutte le sue pochezze e disillusioni in quella che lui chiama la valle delle ombre – sulla depressione.

Depressione che diventa insuperabile quando il grande amore per Ruth (dal quale lui stesso tramite Brissenden aveva provato a mettersi in guardia) si scopre solo un’illusione (straordinario il cambio del lessico man mano lei gli si riveli sempre meno all’altezza della sua mente) e la società borghese si rivela anche essa vuota di contenuti e talenti, come il mondo letterario mosso solo dalle mode e dai facili interessi. E quando persino la bellezza e l’amore senza riserve o interessi di Lizzie – non basta essere amati per poter riamare – non rischiarano per nulla le sue ombre.

Capire troppo, sapere troppo in anticipo quello che è intorno a noi porta a un’inevitabile infelicità. E Martin Eden precede Gregory House quasi di un secolo…

E.Si.Le (Estrema Sintesi Letteraria): Notte sull’acqua – Ken Follet

C’è poco da fare, la maggior parte di noi che passiamo la vita a scrivere usiamo la scrittura per nascondere dietro a piccole storie grandi temi, ricercando magari il famoso particolare che per incanto possa diventare universale.

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Poi arriva uno, ovviamente geniale, che fa l’operazione esattamente opposta, prende temi giganteschi (dall’antisemitismo all’emancipazione femminile passando per una guerra mondiale) e li mette a servizio di piccole storie con un solo unico scopo: farti vivere un’avventura.

Ricordate da bambini quando si “giocava a…” ? Con Ken Follet ti ritrovi esattamente in quelle storie lì.

Con Notte sull’acqua giochi a fare il ladro gentiluomo, il marito (quasi) inconsolabile, il ragazzino ribelle col destino da eroe e tanto altro.

Il tutto condito da voli notturni, suspence, tempeste, sparatorie, rincorse, farabutti, nazisti, scienziati e quanto ancora  la vostra immaginazione potrebbe desiderare.

Un vero spasso insomma.

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E.Si.Le (Estrema Sintesi Letteraria): Ethan Frome – Edith Wharton

Non il testo più celebre della Wharton ma, probabilmente, uno di quelli che andrebbero recuperati.

Mai come in Ethan Frome la “società della ricchezza” della Wharton viene messa – pur se del tutto assente – al centro della narrazione insieme al tema della prigionia – vero protagonista – che assume, nel finale, un gusto tanto grottesco da risultare contemporaneo, riscattando il romanzo dai segni del tempo che il cambiamento di costumi ha solcato in maniera impietosa.

Layla Copertina

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Ethan Frome e la sua amata Mattie Silver nascono prigionieri della loro misera condizione economica e né l’intelligenza e il talento di Ethan né la passione e la bellezza di Mattie né, meno che meno, l’amore immenso che i due provano potrà liberarli anzi, il drammatico tentativo di fuga dalla loro prigionia li farà precipitare in una costrizione ancora più profonda dove la povera e incolpevole Zeena farà da carceriere – in uno dei finali più scioccanti e claustrofobici mai composti per un romanzo del genere – a quello che resta dei due infelici amanti.

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E.Si.Le (Estrema Sintesi Letteraria): I Miserabili – Victor Hugo

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Una pregiata edizione illustata da Renato Gattuso

Uno dei più riusciti romanzi “lunghi” della letteratura classica con meccanismi e ingranaggi ancora perfettamente funzionanti nonostante il secolo e mezzo di vita. Personaggi tagliati senza ombre, come in una fiaba (siamo ancora molto lontani dall’idea dell’introspezione e delle sfumature), che raccontano la lotta tra il bene, Jean Valjean, e il male, I Thénardier, in una maniera così precisa che quasi ti sembra di vedere il viso di Hugo mentre sorride pensando che in questo punto il lettore sarebbe sobbalzato, qui si sarebbe commosso, qui avrebbe alzato la voce per suggerire qualcosa già capito al personaggio.

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E.Si.Le (Estrema Sintesi Letteraria): Profumo – Patrick Süskind

C’è qualcosa di terribilmente attraente e allo stesso tempo molesto nel leggere il capolavoro di Patrick Süskind, ed è una sensazione che ti accompagna – senza alcuna evoluzione (senza che ne diventi un limite) – per tutta la lettura del romanzo.

Profumo

La prima è che gli uomini sono e restano comunque, per quanto cerchino di elevarsi (magari coprendo i loro odori con essenze profumate), animali. E quando Süskind pensa agli animali non immagina l’universo Disney o la rappresentazione – tutta umana – del mondo animale come esempio di lealtà e buoni sentimenti ma solo un sistema dove l’etica è del tutto assente e il bisogno (o desiderio, per lui è lo stesso) è l’unico motore per ogni azione. Continua a leggere

E.Si.Le (Estrema Sintesi Letteraria) Crepuscolo – Kent Haruf

C’è poco da fare. Quando leggi Haruf non puoi fare a meno di chiederti come sia possibile che le storie di persone così lontane dal tuo mondo (quanti di noi hanno mai visto da vicino un toro o frequentato qualcuno che vive in una roulotte?) ti suonino così familiari. Certo, la prima risposta che provi a darti è che comunque si tratta di sentimenti umani, universali eccetera eccetera. Ma fosse solo questo, Haruf non sarebbe il genio che è.

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Un ritratto dello scrittore

Ma come si racconta una storia del genere?

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E.Si.Le (Estrema Sintesi Letteraria) Il lamento di Portnoy – Philip Roth

Perché il primo ebreo-americano a sdraiarsi sul lettino dello psicanalista col risultato di una brillante, profonda e geniale comicità è stato Alexander Portnoy, che nella confessione liquida il sistema americano (e quindi occidentale), quello religioso (ebraico, cristiano, eccetera), familiare (madre, padre, sorella, zii e parenti tutti) e sociale (matrimonio, genitorialità, eccetera) come principale ostacolo alla possibilità di una vita, non necessariamente felice, ma realmente vissuta.

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Terzo romanzo Continua a leggere