E.Si.Le (Estrema Sintesi Letteraria) Crepuscolo – Kent Haruf

C’è poco da fare. Quando leggi Haruf non puoi fare a meno di chiederti come sia possibile che le storie di persone così lontane dal tuo mondo (quanti di noi hanno mai visto da vicino un toro o frequentato qualcuno che vive in una roulotte?) ti suonino così familiari. Certo, la prima risposta che provi a darti è che comunque si tratta di sentimenti umani, universali eccetera eccetera. Ma fosse solo questo, Haruf non sarebbe il genio che è.

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Un ritratto dello scrittore

Ma come si racconta una storia del genere?

Proviamo a mettere in chiaro una cosa: i libri di Kent Haruf sono l’opposto di quanto editori, editor e scuole di scrittura (di solito) vogliono e insegnano. Non che editori, editor e scuole di scrittura non ne capiscano nulla (di solito), ma è che per fare una cosa del tipo di Haruf devi essere Haruf (che più o meno significa essere un genio, o giù di lì).

Niente è meglio, per Kent Haruf, che seguire i personaggi nei momenti spesso più irrilevanti e di routine dell’esistenza (mentre si è al supermercato a fare la spesa o in casa a preparare la colazione) e analizzare in maniera quasi maniacale ogni singolo gesto, parola o movimento. Haruf nel riportare una conversazione non tralascia nulla: se due persone si incontrano riporta ogni saluto, ogni esitazione, ogni tic verbale.

Se uno si prepara la colazione ti descrive ogni movimento, dalla rottura del guscio delle uova alla tostatura del pane. E mentre descrive ti piazza, lento e senza alcuna enfasi, un aggettivo, uno sguardo, una piccola deviazione da una visione “semplice”. Come se in una ripresa cinematografica la macchina si soffermasse appena un attimo in più su un particolare.

Un ritmo lento e costante. Un continuo accumularsi di sensazioni.

E così, mentre sei in qualche modo distratto dal canto di quanto ti viene raccontato, la magia di Haruf si compie e ti trovi a condividere una coscienza profonda con gli abitanti di Holt.

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E quando, finalmente, quella coscienza ti avrà raggiunto, inizierai a capire anche il senso profondo del valore fondamentale di Crepuscolo, la “gentilezza” (dolce come una bambina tenuta sulle ginocchia o dura come una bottiglia spaccata sulla testa di un farabutto) come rimedio alle avversità che la vita, inevitabilmente, che tu viva al centro o in periferia,  nella tua città italiana o a Holt in Colorado,  ti metterà davanti.

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